KEAN OU DÉSORDRE ET GÉNIE

Aleksandr Volkov

Sog.: da una pièce di Alexandre Dumas. Scen.: Kenelm Foss, Ivan Mozžuchin, Alexandr Volkov. F.: Fëdor Burgasov, Ivan Mozžuchin, Joseph-Louis Mundwiller. Scgf.: Aleksandr Lošakov. Int.: Ivan Mozžuchin, Nikolaj Kolin, Natal’ja Lisenko, Otto Detlefsen, Albert Bras, Georges Deneubourg. Prod.: Films Albatros. 35mm. L.: 2879 m. D.: 139’ a 18 f/s. Bn., imbibito e virato

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Le amarezze del grande attore londinese Edmund Kean, nato alla fine del XVIII secolo, a lungo considerato il migliore attore del mondo. La lavorazione di Kean avviene in Francia. Per gli interni presso lo studio Albatros di Montreuil e gli studi di Joinville, sufficientemente spaziosi per poter ricostruire il mitico teatro inglese di Drury Lane. Per gli esterni, le scene sono state girate a Parigi e a Versailles. Lo scenografo dello studio Albatros, Aleksandr Lošakov, compie uno straordinario lavoro di ricostruzione, studiando tra l’altro le stampe d’epoca relative alla pièce conservate presso la Bibliothèque Nationale de France. Nel film si dà ampio spazio, con una molteplicità di sperimentazioni visive, al modo in cui, nella mente di Kean, teatro shakespeariano e realtà finiscono per confondersi. Kean è dunque un’opera moderna, grazie anche all’evocazione del metodo Stanislavskij, ben conosciuto dai russi Volkov e Mozžuchin. Il montaggio rapido della danza slava è la sequenza che suscitò la più viva impressione sugli spettatori dell’epoca: André G. Brunelin, un proiezionista del Théâtre du Vieux Colombier, ha ricordato che il pubblico, per quella sequenza, chiese il bis, obbligandolo a proiettare la bobina una seconda volta. La sua testimonianza, in Au temps du Vieux-Colombier de Jean Tedesco (“Cinéma 61”, n. 52, gennaio 1961), evoca inoltre “immagini deliziosamente colorate”, in cui “i toni cromatici variavano”, mentre il primo restauro del 1964, circolato finora, era stato stampato in bianco e nero. Una copia positiva, pur frammentaria, conservata dal CNC e le annotazioni presenti sul negativo originale hanno oggi consentito di riprodurre i colori. La copia 35mm ricavata dal trasferimento su pellicola è stata colorata direttamente su supporto dal laboratorio ceco Jan Ledecký, grazie a una collaborazione tra la Cinémathèque française e il Národní Filmový Archiv di Praga.

Céline Ruivo

Copia proveniente da

Restaurato nel 2016 da Cinémathèque française in collaborazione con Národní Filmový Archiv, con il contributo di Aide sélective du CNC pour la numérisation du patrimoine. Restauro realizzato da Jan Ledecký a partire dalla scansione in 4K del negativo originale francese