ISOLE NELLA LAGUNA

Luciano Emmer, Enrico Gras

Com.: Diego Fabbri; Mu.: Roman Vlad; Voce: Gino Cervi; Prod.: Universalia 

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Isole nella laguna non si svolge su una storia, e d’altra parte non è un documentario turistico, ma una collezione delle più belle vedute attaccate l’una all’altra. Traduce in immagini ciò che Emmer ha scoperto dei sentimenti, delle emozioni delle isole. L’acqua piatta e unita che combacia col cielo in un grigio opaco, nel quale l’orizzonte sparisce è un’acqua traditrice. Su di essa passano le barche dei pescatori, e sembra che la laguna sia senza fondo, d’una profondità insondabile. Ma subito dopo un giovane appare camminando calmamente su questa stessa acqua, tirandosi dietro una barca senza remi: due chiazze di nero sul grigio dell’acqua e del cielo. E su questa superficie unita appaiono dei cimiteri abbandonati, delle isolette, dove una donna infila delle perle, mentre una capra mangia ciò che può restare d’erba su una terra allagata. Le vecchie chiese e le basiliche si specchiano nell’acqua che le inonda; e nell’interno dei conventi le suore insegnano il ricamo alle bambine, fino alla calata del sole. La sera il pescatore passa colla sua barca a riunire la sua famiglia dispersa nelle isole della laguna e, accompagnato dal gabbiano in volo, torna, remando lentamente, verso casa. E noi comprendiamo che Emmer non ha detto che una piccolissima parte di quello che avrebbe voluto esprimere su Venezia. Si è fermato soltanto all’attimo bastante a produrre l’effetto desiderato, l’emozione più intensa: l’economia cinematografica pressa e concentra la ricchezza romantica dell’autore.

Lauro Venturi, “Schermi”, n. 4, 1948

Copia proveniente da