IN JENEN TAGEN
Scen.: Helmut Käutner, Ernst Schnabel. F.: Igor Oberberg. M.: Wolfgang Wehrum. Scgf.: Herbert Kirchhoff. Mus.: Bernhard Eichhorn. Int.: Helmut Käutner (voce dell’automobile), Erich Schellow (Karl), Gert Schaefer (Willi), Winnie Markus (Sybille), Werner Hinz (Steffen), Karl John (Peter Kaiser), Franz Schafheitlin (Wolfgang Buschenhagen), Alice Treff (Elisabeth Buschenhagen), Hans Nielsen (Wolfgang Grunelius). Prod.: Helmut Käutner per Camera-Filmproduktion GmbH. 35mm. D.: 103’. Bn.
Scheda Film
In jenen Tagen è tra le primissime produzioni tentate nella futura Trizona. Käutner offre un panorama storico in sette aneddoti che descrivono la pena, le sofferenze e l’inattesa bonarietà dei tedeschi durante il regime nazista, raccontati da una vecchia automobile (cui dà voce l’autore). Il tutto può apparire sulle prime poco invitante: com’è possibile che i tedeschi a quel punto non si sentissero colpevoli? La risposta sta probabilmente in un’altra domanda: come avrebbero potuto tornare alla vita senza almeno un barlume di bontà? In realtà è tutta una questione di misura, perché Käutner, il genio dei mezzi-toni e dei piccoli gesti, non parla mai di cose grandiose e gloriose ma solo di piccole azioni che finiscono per far del bene a una o due persone. Käutner sapeva fin troppo bene che questa è la dimensione giusta: perché di certo molte persone cercavano di comportarsi bene, anche se con piccoli gesti quasi privati. In jenen Tagen non sfida mai il mito del nazismo come orrore assoluto. Inoltre non suggerisce mai che il regime del terrore funzionò solo perché quasi tutti scesero a compromessi con esso (una verità scomoda che la Germania Ovest ha ancora difficoltà ad accettare). Käutner dice inoltre molto chiaramente che le buone azioni da lui mostrate erano eccezioni: pochi atti di sfida individuali più che forme di resistenza. È la visione di un borghese illuminato consapevole che un popolo ridotto a vivere tra le macerie può capire meglio una cosa piccola come un sasso o un frammento di mattone; è mettendo insieme questi pezzi che si inizia a ricostruire la vita, la società, la cultura. Probabilmente questo spiega anche perché In jenen Tagen è raccontato in episodi: non solo per sottolineare quanto anomali fossero questi singoli gesti, ma anche per renderli simili a schegge e a brandelli. È facile scambiare In jenen Tagen per un tentativo di giustificazione. Tutt’altro: Käutner prova semplicemente a tenere acceso un debole barlume di vita.
Olaf Möller