IL DIAVOLO
Scheda Film
Sono tornato in Svezia per Il diavolo, l’avventura più interessante della mia vita professionale. Se mi dilungo un po’ su questa avventura è perché la ritengo unica nel cinema italiano: nessun film è nato così. Una sera, alle undici, Dino De Laurentiis mi telefona e dice: “Devo girare un film entro il mese d’aprile, siamo a metà novembre e non c’è tempo di scriverlo. Trovami una commedia già scritta: Pirandello, De Benedetti (…). Lavoraci due o tre giorni e poi lo giriamo con Sordi. Altrimenti devo pagare duecento milioni di danni e di interessi”. Gli ho chiesto di concedermi una notte per pensarci e il giorno successivo sono andato da lui in ufficio. Gli ho proposto di partire con il mio amico Polidoro (che aveva girato Le svedesi), con un operatore, un direttore di produzione e una piccolissima troupe, di affittare un vagone letto, di prendere il treno e scrivere il mio diario di viaggio, senza prendere il block-notes come fanno gli scrittori (Stendhal, Cecov, ecc.) e così abbiamo iniziato, io e il mio sosia, cioè l’attore e le altre quindici persone. L’avventura è cominciata, quando abbiamo preso il treno alle nove di sera. Io dico a Sordi: “Ti metti a letto con un po’ di giornali, le sigarette e mediti, pensi”.
Rodolfo Sonego intervistato da Tatti Sanguineti, 25.4.2000