I AM SUZANNE

Rowland V. Lee

Sc.: R. V. Lee, Edwin Justus Mayer. F.: Lee Garmes. Mu.: Peter Brunelli, David Buttolph, Louis De Francesco, Hugo Friedhofer. Coreografie: Sammy Lee. In.: Lillian Harvey (Suzanne), Gene Raymond (Tony), Leslie Banks (Baron), Georgia Caine (Mama), Geneva Mitchell (Fifi), Halliwell Hobbes (dr. Lorenzo), Murray Kinnel (Luigi), Edward Keane (manager), Lionel Belmore (Satana), Podrecca’s Piccoli Marionettes. P.: Jesse L. Lasky per Fox. D.: 99’. 16mm in pessime condizioni, con il permesso della Fox / 16mm in very poor condition. Screening with perission from Fox.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Terzo film Fox di Lillian Harvey, questa volta prodotto da Jesse Lasky, e di gran lunga il migliore per l’attrice. Non è un successone, ma incassa abbastanza bene. Il suo pregio principale è quello di riuscire a impadronirsi dell’umore giusto per mettere in risalto la personalità della Harvey. […] La storia è perfetta per l’attrice: una vicenda che procede agile quanto lei e le offre la possibiltà di dare il meglio di sé. […] L’efficacia della storia è in gran parte dovuta all’abile impiego delle marionette, sia nello sviluppo della trama che nell’azione. Le marionette vengono utilizzate sia per i loro numeri che per sottolineare i temi della storia. La loro relazione con quest’ultima è simbolica, eppure chiaramente delineata e facilmente comprensibile. Nei film il simbolismo – quando chi lo utilizza ha pretese artistiche – di solito è talmente complicato che Pinkerton e Scotland Yard messi insieme non riuscirebbero a venirne a capo. In questo caso, invece, si tratta di un espediente semplice ed efficace. […] A parte il canto e la danza, i numeri di Miss Harvey comprendono una scena in cui l’attrice fa un capitombolo che nessun’altra protagonista si è mai sognata di tentare.

Variety, 23 gennaio 1934