Främmande Hamn
Scen.: Herbert Grevenius; F.: Carl-Eric Edlund; Mo.: Lennart Wallén; Scgf.: P.A. Lundgren; Mu.: Carl-Olof Anderberg; Int.: Adolf Jahr (Capitano Greger), George Fant (Håkan Eriksson), Stig Järrel, Illona Wieselmann (Mimi), Åke Fridell (Steward); Prod.: AB Sandrew-Produktion. 35mm L.: 2310 m. D.: 84’ a 24 f/s. Bn
Scheda Film
Il film si svolge nel porto polacco di Gdynia, con una barca che deve trasportare carbone in Svezia, un ebreo in fuga dalla Germania nazista e l’improvviso ordine di portare a Siviglia un carico d’armi destinato a Franco. Siamo alla metà del 1938. L’approccio naturalistico ci offre uno sguardo sulle vite dei lavoratori (intendendo con ciò le classi inferiori dipinte in tutto il loro squallore proletario, in attesa di vederne rivelata la nobiltà interiore). E tuttavia l’impressione che si ricava dal film è quella di un’Europa immaginaria in un tempo immaginario, di un’astrazione. C’è praticamente tutto quello che deve esserci: la tematica della solidarietà associata a Potëmkin, gli echi della guerra spagnola e degli orrori nazisti, l’idea cara al cinema sovietico della presa di coscienza e della responsabilità. C’è una notevole mescolanza di elementi: la grossolanità della classe operaia e il “miserabilismo”, il melodramma, il romanticismo rivoluzionario, il tutto al servizio della tematica della lotta di classe. Il film è una raccolta di elementi più che un’opera organica: nei momenti peggiori un’accozzaglia, nei momenti migliori una bella previsione di cosa significhi essere un vero europeo in tempo di crisi.
È uno di quei film svedesi d’impossibile collocazione (durante la guerra ci furono film in cui le drammatiche situazioni della Norvegia, dell’Austria o della Finlandia venivano mascherate situandole in paesi inventati), e riflette forse l’angoscia di essere rimasti neutrali e – psicologicamente – di non correre rischi mentre altri soffrivano e sanguinavano.
La sceneggiatura di Herbert Grevenius, che fu anche lo sceneggiatore dei primi film di Bergman, è basata su un dramma intitolato Unknown Swedish Soldier; il film fu prodotto da Rune Waldekranz, che divenne poi un famoso storico del cinema. Era un tema abbastanza caldo da provocare l’esclusione del film da Cannes nel 1949 (come “propaganda comunista”), ma Främmande hamn resta – indipendentemente dalle critiche qui espresse – un’opera emozionante con sfumature mistiche, nonostante i molti elementi ovvi e prevedibili. Basti pensare all’Internazionale cantata in diverse lingue alla fine del film…
Hampe Faustman (1919-1961) diresse una ventina di film in un periodo relativamente breve, dal 1943 al 1955. La maggior parte di essi è segnata dalle sue convinzioni socialiste, e Faustman resta il più famoso tra i registi “impegnati” del suo Paese, nonché il padre di talenti più giovani come Bo Widerberg, Stefan Jarl e Lukas Moodysson.
Peter von Bagh