Experiment In Terror

Blake Edwards

T. it.: Operazione terrore. T. alt.: The Grip of Fear. Sog.: dal romanzo Operation Terror di Gordon Gordon e Mildred Gordon. Scen.: Gordon Gordon, Mildred Gordon. F.: Philip Lathrop. M.: Patrick McCormack. Scgf.: Robert Peterson, James M. Crowe. Mus.: Henry Mancini. Su.: Lambert Day, Charles J. Rice. Int.: Glenn Ford (John ‘Rip’ Ripley), Lee Remick (Kelly Sherwood), Stefanie Powers (Tody Sherwood), Roy Poole (Brad), Ned Glass (Popcorn), Anita Loo (Lisa), Patricia Huston (Nancy Ashton), Gilbert Green (agente speciale), Clifton James (capitano Moreno). Prod.: Blake Edwards per Columbia Pictures, Geoffrey-Kate Productions. Pri. pro.: 13 aprile 1962 DCP. D.: 123′. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Brillante esempio di un Blake Edwards ‘diverso’, Experiment in Terror offre anche una descrizione praticamente perfetta del suo talento: è un film fondamentale per comprendere tutti i suoi punti forti, dall’osservazione ironica della banalità di Mister Cory alla sfrenata eccentricità di Hollywood Party passando per il contemporaneo Colazione da Tiffany, apparentemente distante anni luce dal freddo orrore di questo film. Eppure il tema dello sguardo (o del voyeurismo) fa di Experiment in Terror e Colazione da Tiffany una strana coppia. In particolare, la scena dei manichini lugubre visione che sconfina nell’orrore quando tra i manichini che penzolano dal soffitto viene inquadrato il corpo della ragazza appeso a testa in giù e ridotto a mero oggetto è una risposta surreale al mondo pittoresco e modaiolo di Tiffany. Experiment in Terror è il primo di due film in bianco e nero tra i migliori di Edwards. Il secondo è I giorni del vino e delle rose, adattamento di uno sceneggiato televisivo diretto da John Frankenheimer negli anni d’oro della TV americana: l’originale e il film sfruttano al meglio le potenzialità dei rispettivi mezzi espressivi. In Experiment in Terror tutto sembra richiedere il bianco e nero: l’ambientazione, la scarna descrizione delle indagini poliziesche, la presenza del sadico resa ancora più agghiacciante dalla sua invisibilità, dal suo ansimare asmatico e dall’orrore che si dipinge sul volto della vittima, Lee Remick. L’assassino ha talvolta ispirato il paragone con M, ovviamente a tutto vantaggio di Fritz Lang (quale film potrebbe mai superare M?), e di certo i punti di contatto non mancano: entrambi i film suggeriscono che il ‘mostro’, il caso limite, potrebbe costituire non un’eccezione ma piuttosto un terribile paradigma della società a cui appartiene. La piattezza e la normalità dei luoghi assumono qui un significato pregnante: la piscina, i ristoranti, la banca, i taxi, il campo da baseball esprimono l’orrore che invade la quotidianità. Glenn Ford, protagonista di due film di Lang quasi dieci anni prima, dona una straordinaria interpretazione sottotono in perfetta sintonia con la metodica compostezza delle indagini poliziesche. La presenza della polizia e della sua macchina di sorveglianza, quasi invisibile anche se onnipresente, sottende una visione glaciale e oggettiva della macchina sociale, del potere e del sesso (entrambi pervertiti): una macchina sociale  all’interno  di un moderno spazio elettronico che respira all’unisono con l’assassino.

Peter von Bagh

Copia proveniente da

Il negativo camera originale è stato scansionato in 4K presso Cineric, New York. La color correction è stata poi effettuata presso la Colorworks della Sony Pictures. In seguito gli stessi file sono stati oggetto di restauro digitale 4K presso MTI Film di Los Angeles e Chace Audio di Deluxe (per il suono)