EMPEROR OF THE NORTH POLE

Robert Aldrich

Scen.: Christopher Knopf. F.: Joseph F. Biroc. M.: Michael Luciano. Scgf.: Jack Martin Smith. Mus.: Frank De Vol. Int.: Lee Marvin (Numero 1), Ernest Borgnine (Shack), Keith Carradine (Cigaret), Charles Tyner (Cracker), Malcolm Atterbury (Hogger), Harry Caesar (Coaly), Simon Oakland (il poliziotto), Elisha Cook (Gray Cat). Prod.: Stan Hough per Inter-Hemisphere Productions, 20th Century Fox Film Corporation. DCP. D.: 118’ Col.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Il titolo originale del film fu leggermente accorciato perché si pensò che incoraggiasse il pubblico ad aspettarsi una narrazione sull’esplorazione dell’Artide, e la 20th Century-Fox temeva di deluderlo. È un Aldrich per eccellenza, pieno di forza e di energia, e come molti altri film del regista – da Vera Cruz (1954) a L’occhio caldo del cielo (1961) e Che fine ha fatto Baby Jane? (1962) – si basa sulla struttura drammatica di un duello, in questo caso tra Numero 1 (Lee Marvin), il più bravo a viaggiare nascosto nei vagoni merci durante la Depressione, e l’ossessivo e sadico capotreno Shack (Ernest Borgnine), anche se qui la sceneggiatura di Christopher Knopf ha aggiunto anche la storia del (fallito) apprendistato di un giovane vagabondo, Cigaret (Keith Carradine), che dovrebbe imparare dall’esperienza del veterano interpretato da Marvin.
Con stile sicuro e misurato, Marvin (che aveva vinto un Oscar per Cat Ballou, in assoluto la sua peggiore interpretazione) incarna il classico eroe anti-sistema della Depressione, che a quarant’anni di distanza è qui rappresentata come un’epoca di selvaggia disperazione e affamata brutalità, mentre il nevrotico Borgnine rappresenta quella difesa fanatica e intransigente dell’ordine pubblico che solitamente maschera l’abuso di potere in nome della proprietà privata.
Sostanzialmente semplice e lineare, da un lato il film mette in luce l’atteggiamento dissidente e ribelle di Aldrich, che prende decisamente le parti del fuorilegge (come sottolineato dalla colonna sonora), e dall’altro lato appare segnato dal tempo nel giudizio severo sul giovane arrogante, irrispettoso e troppo sicuro di sé: una posizione simile a quella assunta all’epoca da Howard Hawks ma abbastanza inaspettata per un regista più giovane come Robert Aldrich, che nel 1973 aveva solo 55 anni.

Miguel Marías

Copia proveniente da

Restaurato nel 2016 in 4K da Twentieth Century Fox