È ARRIVATO L’ACCORDATORE

Duilio Coletti

Sog.: dalla pièce Gonzague (1905) di Pierre Veber. Scen.: Mario Amendola, Mario Brancacci, Ruggero Maccari, Augusto Borselli. F.: Renato Del Frate. Op.: Carlo Di Palma. M.: Jolanda Benvenuti. Scgf.: Ottavio Scotti. Mus.: Armando Fragna. Int.: Nino Taranto (Achille Scozzella, ambasciatore di Nica Rica), Alberto Sordi (avvocato Adolfo), Tamara Lees (Adelina Porretti), Antonella Lualdi (Giulietta Narducci), Virgilio Riento (Bartolomeo Porretti), Ave Ninchi (signora Narducci), Alberto Sorrentino (Girolamo Narducci), Fanfulla (addetto militare di Limonia), Sophia Loren [Sophia Lazzaro] (Annuccia). Prod.: Carlo Ponti per Itala Film, Titanus. DCP. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Duilio Coletti non doveva essere un regista molto ispirato. Secondo Alberto Sordi dirigeva “spalle alla macchina da presa”. Probabilmente per questo non si è accorto del cast straordinario che aveva per le mani, con valori sicuri come Nino Taranto e Ave Ninchi, emergenti come Tamara Lees (reduce da ruoli importanti in due successi come Totò sceicco e Napoli milionaria), lo stesso Alberto Sordi, affermata voce di personaggi radiofonici, Antonella Lualdi e Sophia Lazzaro (poi Loren), reduce dai fotoromanzi e alla ricerca del successo. Il film non è riuscito, ma abbiamo pensato di presentarlo come documento sul genio di Fellini. Cosa c’entra Fellini? C’entra: È arrivato l’accordatore è la dimostrazione della sua capacità alchemica. Durante tutto il film attenderete un guizzo di Sordi che vi faccia ridere. Non arriverà, perché Sordi, nel 1951, era ancora prigioniero dei personaggi che gli avevano dato il successo radiofonico. Pochi mesi dopo avverrà la sua miracolosa liberazione in due mosse: prima la costrizione in un personaggio ‘impossibile’ come lo Sceicco bianco, che gli consentirà di mettere in parodia il meccanismo che lo aveva reso famoso, e poi il ruolo che gli restituirà piena libertà attoriale, quello di Alberto, che non casualmente interpreterà nei Vitelloni. Guardato in questa prospettiva, È arrivato l’accordatore diventa qualcosa di più di un modesto documento sul cinema di genere dell’immediato dopoguerra e ci ricorda come Fellini non sia solo l’autore di molti capolavori, ma anche il liberatore di Alberto Sordi.

Gian Luca Farinelli

Copia proveniente da

Per concessione di Film&Video Srl
Restaurato nel 2021 da Cineteca di Bologna, in collaborazione con Film&Video Srl e Fondazione Museo Sordi, presso il laboratorio L’Immagine Ritrovata