DORA BRANDES

Magnus Stifter

35mm. L.: 1209m. D.: 68’ a 16 f/s.  R.: Magnus Stifter. S.: Louis Levy, Martin Jörgensen. In.: Asta Nielsen, Ludwig Trautmann.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

“Si osservino la linea dei suoi costumi, le stoffe sottili e lisce, i modelli semplici. Tutto ciò corrisponde alla natura piana e lineare della sua recitazione. Niente deve disturbare il ritmo della sua rappresentazione. Ecco allora il décolleté nelle scene drammatiche. Queste inquadrature dove la figura è ripresa dal collo in giù sembrano fatte apposta perché la vita dei sentimenti possa trovare espressione all’esterno. Si pensi ancora ai vestiti con solo un accenno di manica che mettono in risalto le sue braccia slanciate e riportano lo sguardo sempre alle mani che nel loro alternarsi di quiete e movimento corrispondono perfettamente all’espressione del viso.

I costumi semplici e privi di orpelli sono in rispondenza diretta con la piana sobrietà dell’espressione. Gli abiti per Asta Nielsen erano un elemento in cui il suo stile recitativo prendeva forma filmica. L’attrice manteneva una distanza minima tra dentro e fuori, la sua recitazione agiva direttamente sotto la superficie del suo apparire. Abiti ampli e sontuosi di taglio raffinato avrebbero solo coperto la sua performance. Così invece lo sguardo dello spettatore non rimane impigliato nel costume e giunge a scorgere la psiche del personaggio.

Molte settimane prima che iniziasse la lavorazione del film Asta Nielsen andava in cerca dei propri costumi. Al primo sguardo essi rivelano lo status sociale del personaggio. La sua collocazione sociale è il punto di partenza per modellare la figura femminile interpretata. Ma l’arte espressiva di Asta Nielsen andava oltre, faceva ‘vedere’: l’intima natura del personaggio non si dischiude, infatti, nell’apparenza esteriore. L’attrice mette in risalto l’elemento irriducibilmente individuale”. (Renate Helker, Kostüme, Körperbilder und Studioästhetik, in Wolfgang Jacobsen (Hg.), Babelsberg. Ein Filmstudio 1912-1992, 1992)

 

Copia proveniente da

Copia positiva stabilita a partire da un negativo del Gosfilmofond of Russia realizzato nel 1966