Don Camillo E I Giovani D’oggi

Mario Camerini

T.Fr.: Don Camillo Et Les Contestataires; Sog.: Dal Libro “Don Camillo E Don Chichì” Di Giovannino Guareschi; Scen.: Mario Camerini, Lucio De Caro, Con La Collaborazione Di Adriano Baracco, Leo Benvenuti, Piero De Bernardi; F.: Claudio Cirillo; Mo.: Tatiana Morigi Casini; Scgf.: Amedeo Mellone; Mu.: Carlo Rustichelli, Diretta Da Alessandro Blonksteiner; Su: Vittorio Trentino; Int.: Gastone Moschin (Don Camillo), Lionel Stander (Peppone Bottazzi), Carole André (Caterina), Paolo Giusti (Michele), Daniele Dublino (Don Francesco), Dolores Palumbo (Maria), Elvira Tonelli(Jole), Luciano Bartoli(Ringo), Jean Rougeul, Barbara Herrera, Marcella Di Martire, Vittorio Duse, Luca Sportelli, Giorgio Paoletti, Carla Mancini, Luigi Antonio Guerra, Aldo Vasco, Ezio Sancrotti; Prod.: Luigi Rovere Per Rizzolifilm / Francoriz Production (Paris); Pri. Pro.: Roma, 29 Marzo 1972; 35mm. D.: 105′. Col

 

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Ispirato dall’ultimo libro di Giovanni Guareschi, Don Camillo e i gio­vani d’oggi è diverso come spirito dalle precedenti raccolte. I due protagonisti sono invecchiati e vengono aggirati a sinistra nel loro stesso campo d’azione. Il sindaco comunista Peppone deve soppor­tare i contestatori maoisti; il parroco don Camillo si vede inviare da Parma, in qualità di coadiutore, un giovane sacerdote entusiasta del “dialogo” e fervido sostenitore delle innovazioni seguite al Concilio. La segreta alleanza con Peppone è motivata in don Camillo non più, come un tempo, dalla preoccupazione del bene del paese ma dagli echi tempestosi che hanno le vicende e gli alterchi del vasto mondo in un paesino posto tra il Po e il Taro nella valle padana. Parroco e sindaco vincono penosamente l’ultima battaglia. (…) Alcuni degli episodi sono accettabili perché felicemente inseriti da Mario Camerini (77 anni) nella vita della campagna; altri sono leziosi, dol­ciastri, e come fuori tempo. si tratta di una lezione di ottimismo non accettabile perché non sfiora neppure la realtà: come una macchi­na per tagliare il brodo, gira a vuoto. A nostro gusto, il fosso tra gene­razioni è profondo, non si presta al sorriso, né può essere colmato con quattro salti in famiglia. Il film è stato girato finalmente nei luo­ghi stessi dell’azione (a San Secondo Parmense) e non a Boretto o a Brescello, centri della provincia di Reggio che c’entravano come i cavoli a merenda. La fotografia di Claudio Cirillo è molto riuscita. Gastone Moschin forse è troppo soave per chi ricorda Fernandel, mentre è accettabile come Peppone l’americano Lionel Stander, ex vilain hollywoodiano.

Pietro Bianchi, “Il Giorno”, Milano, 30 marzo 1972

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