DIE TOLLE LOLA
R.: Richard Eichberg. S.: da Der Weg zur Hölle di Gustav Kadelburg. Sc.: Hans Sturm. In.: Lilian Harvey, Harry Halm, Hans Junkerman, Julia Serda, Julius von Szöreghy. L.: 1995m. D.: 90’ a 20 f/s.
Scheda Film
Lilian Harvey è l’indimenticabile Lola Cornero e la casta Tilly Schneider in una commedia che è un meccanismo perfetto. Due uomini, una moglie e due immagini di donna. Da questo mazzo di figure nascono, come da un cappello a cilindro, infinite combinazioni con l’uomo totalmente in balia della donna così forte da trasformarsi e dare vita alla figura dell’amante spagnola-passionale e a quella della bambina-fidanzata. Passando da una donna all’altra, come su una giostra, lo spettatore passa dal ritmo frenetico del tango al dolce abbraccio del valzer e rapidamente, come le figure maschili del film, ne viene avvinto e sopraffatto. Per anni questa commedia, portata dall’Armata Rossa a Mosca come bottino di guerra, è stata praticamente invisibile. Oggi che è riapparsa è da non perdere.
“‘Il cinema non è un mestiere per adulti!’
Non si sa con certezza se questa affermazione, tratta da Ein blonder Traum, sia da attribuirsi a Walter Reisch o a Billy Wilder. Quel che è certo è che Orson Welles arrivò alla stessa conclusione quando, molti anni dopo, definì il cinema un giocattolo per adulti. Le differenze ideologiche tra i due punti di vista sono piuttosto di natura psicologica che oggettiva. Si potrebbe aggiungere: il cinema è l’evidente attività onirica di un inconscio collettivo che tenta di tramandare i propri riti qualsiasi sia, fosse, e sarà l’atteggiamento individuale rispetto ad esso.
Il cinema è lo specchio di un’epoca, di un’idea, di una potenza creativa. ‘Il cinema…esiste per le masse’ era il motto, nei turbolenti anni Venti, del più abile regista di Berlino, capace di dare al pubblico esattamente quello che voleva – molto rumore per nulla: conflitti che in realtà non erano tali, pretesti su cui ridere a dispetto di tutto, la sensazione di trovarsi in un altro mondo e, per rendere l’illusione più completa, le star che continuavano a interpretare il proprio personaggio nella vita reale. Una di esse era una bella ragazza, una Chorus Girl dal nome affascinante: Lillian Harvey. Robert Land l’aveva scoperta a Vienna, poi Richrad Eichberg le aveva affidato piccole parti nelle sue produzioni e l’aveva portata a Berlino, la capitale del cinema, dove le venne confezionata un’immagine su misura. L’attrice ancora giovanissima venne così presentata al pubblico e alla stampa. Lei fu un’ottima allieva e fu il successo. Pochi anni dopo il suo valore di mercato era considerevolmente aumentato tanto che passò alla Universum Film A.G.. Di nuovo si fece consigliare e guidare da persone esperte e la sua carriera la condusse ai primi posti dello star system europeo. Poi con la sicurezza di un sonnambulo prese la strada per Hollywood. Olimpo del cinema. Anche qui obbedì alle regole del gioco lavorando duro ma venne giudicata inadeguata; tornò in Europa dove nel frattempo la sua popolarità era notevolmente diminuita. Questo perchè il cinema non è un mestiere per adulti”. […]
Herbert Holba