DENTALENDE FILM
P.: Electrical Fono Films Company A/S. D.: 20’.
Scheda Film
Nel 1918 i due ingegneri danesi Axel Petersen (1887-1971) e Amold Poulsen (1889-1952), insieme ad alcuni finanzieri, fondarono una società, la Electrical Fono Film Company Ltd, per sviluppare un sistema di registrazione e riproduzione del suono sincronizzato con la pellicola, che avesse una qualità accettabile.
Cinque anni dopo, il 12 ottobre 1923, Petersen e Poulsen erano pronti a mostrare i risultati ottenuti davanti ad un pubblico di invitati al Palads Theatre di Copenhagen. Il programma consisteva in due parti con un intervallo. IL film iniziava con un discorso introduttivo di un ben noto presentatore, seguito da sette famosi attori danesi che si esibivano singolarmente (tranne in un caso) davanti alla macchina da presa; il suono e le immagini erano perfettamente sincronizzati.
Il film durava 20 minuti. Le immagini erano stampate su pellicola 35 millimetri, a fotogramma pieno (1.33:1), girato a 16 fotogrammi al secondo. La colonna sonora ottica era ad area variabile unilaterale, larga circa 9 millimetri, stampata su una pellicola separata, che scorreva alla velocità di 32 fotogrammi al secondo. Dopo quella data, il film non fu mai più proiettato, se si eccettuano alcune proiezioni di parti del film, premesse come cortometraggi a lungometraggi muti.
I negativi originali della colonna sonora e dell’immagine sono andati persi da molto tempo, mentre la copia utilizzata quel 12 ottobre 1923 è miracolosamente sopravvissuta ed è stata acquisita nel 1988 del Danske Filmsmuseum, in pessime condizioni. Ci siamo subito resi conto che i frammenti appartenevano al film proiettato nel 1923. Solo nel 1991 accertammo che si trattava del film completo.
Già dal 1988 ci eravamo dedicati al restauro delle colonne sonore prodotte da Petersen e Poulsen dopo il 1929; anche queste erano stampate su pellicola separata 35mm, ma, a differenza di quella del 1923, la colonna ottica era larga 24mm e scorrevano a 24 fotogrammi al secondo. A questo scopo, avevamo costruito una macchina per riprodurre le colonne da 24 mm, dotata di un riduttore del rumore di fondo con regolazione della sensibilità e del bias. La macchina era in grado di trasferire queste colonne su normale pellicola 35mm. Il fascio di lettura poteva essere ridotto a seconda della larghezza della colonna. La risposta in frequenza era lineare fra i 40 e gli 8.000 Hz. Poche modifiche furono necessarie per adattare la macchina alla pellicola del 1923, larga solo 9 mm: alcuni nuovi ingranaggi per ottenere la velocità di 32 f/a, un nuovo riduttore del rumore di fondo, la finestra di lettura ridotta. Le colonne vennero trattate per ridurre la distorsione, e il sonoro è stato registrato su nastro da ¼ di pollice alla velocità di 15 pollici al secondo, insieme ad un segnale di sincronismo. Uno dei “numeri” del film vedeva un musicista che cantava suonando il liuto; abbiamo chiamato un esperto liutista, che, dopo aver visionato attentamente il film per identificare gli accordi suonati, ha poi stabilito la corretta velocità di scorrimento del film controllandola con un variatore di velocità e un metronomo. L’esatta velocità è stata così stabilita con esattezza in 15,2 f/s per le immagini e 30,4 f/s per il suono. È probabile che questa velocità (inferiore del 5% a quella canonica di l6 f/s) sia dovuta ad un difetto nel tachimetro che regolava la macchina da presa.
Così, stampando il film con la tecnica dello stretching (cioè raddoppiando i fotogramma ogni tre), si ottiene una velocità di proiezione di 22,8 f/s. Abbiamo deriso di accettare questo compromesso; al momento di trasferire il suono dal nastro ¼ di pollice al perforato magnetico, abbiamo quindi portato la velocità a 24 f/s, regolando digitalmente la velocità e la qualità del suono.
Il film restaurato è stato presentato nel 1991, in occasione del 500 anniversario del Filmmuseum; allora non avemmo il tempo di migliorare ulteriormente la qualità del suono, ma questa versione grezza ha comunque un rapporto segnale/rumore di 35dB, con una notevole chiarezza nella riproduzione del parlato. (Uffe Lomholt Madaen, Det Danske Filmmuseum).