DAS LIED VOM LEBEN

Alexis Granowsky

T. l.: Il canto della vita R.: Alexis Granowsky. Sc.: Victor Trivas, H. Lechner, Walter Mehring. F.: Viktor Trinkler, Heinrich Belasch. Mus.: Franz Weihmayr, Friedrich Hollander, H. Adams. In.: Aribert Mog, Margot Ferra, Fritz Busch, Leo Monosson. P.: Film-Kunst AG, Tonbild-Syndikat AG. L.: 1511 m., D.: 54’ a 24 f/s.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Una ragazza tenta il suicidio dopo una delusione amorosa. Un giovane la salva e se ne innamora. Dalla catastrofe ad un nuovo entusiasmo per la vita. La vicenda offre il pretesto per una riflessione cinematografica sulla condizione umana, i meccanismi della natura e il mistero insondabile della coscienza.

“Granowsky nasce nel 1890 a Mosca, figlio di una facoltosa famiglia ebraica. La sua origine professionale è teatrale, la sua esperienza in questo campo prevede anche un apprendistato presso Max Reinhardt. Successivamente alla Rivoluzione, Granowsky fonda il GOSET (Teatro yiddish di Mosca). Questo tentativo si distingue tanto per l’interesse delle regie, antinaturalistiche e influenzate dalle forme di spettacolo le più differenti, quanto per il tentativo di far emergere e divulgare la cultura ebraica. In questo senso va anche letto il caso singolare di Felicità ebraica (1925), film tratto dal romanzo dello scrittore ebreo Scholem Aleichem, a cui contribuì con la stesura delle didascalie Isaak Babel”.

Francesco Pitassio

“Nel 1928, dopo una tournée all’estero, Granowsky si fermò in Germania. Oltre a numerosi lavori teatrali, nel 1930 realizza Das Lied vom Leben, un film sull’emancipazione da valori e mentalità tradizionali, ma anche sulla lotta per l’esistenza, da cui si esce vittoriosi solamente grazie alla solidarietà. Granowsky sperimentò le possibilità dei trucchi cinematografici, come notò Arnheim: ‘Lenti anamorfiche, lenti multiple girevoli, riprese accelerate ed al rallentatore, dialogo postsincronizzato, composizione di rumori, songs illustrate, inquadrature di specchi, una colonna sonora che va al contrario, battute del dialogo interrotte’”.

Jeanpaul Goergen, Künstlerische Avantgarde, visionäre Utopie, in Fantaisies russes. Russische Filmmacher in Berlin und Paris 1920-1930, a cura di Jörg Schöning, München, Cit., 1995

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