DAS LIED IST AUS

Géza von Bolváry

Scen.: Walter Reisch. F.: Willy Goldberger. M.: Andrew Marton. Scgf.: Robert Neppach. Mus.: Robert Stolz. Int.: Liane Haid (Tilla Morland), Willi Forst (Ulrich Weidenau), Margarete Schlegel (Emmy Stein), Otto Wallburg (Baron), Fritz Odemar (Publisher), Ernö Verebes (Jerome Toenli). Prod.: Super-Film GmbH 35mm. D.: 97’. Bn

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Prima di diventare uno dei più interessanti registi della Germania degli anni Trenta, Willi Forst era uno degli attori più significativi del cinema di Weimar: avvenente, musicalissima e suadente incarnazione del fascino viennese, Forst era fatto su misura per il divismo delcinema sonoro e per un po’ sembrò trasformare in oro tutto quello che toccava. Alcuni dei suoi film migliori furono prodotti dalla berlinese Super-Film con un gruppo di collaboratori fissi: il regista Géza von Bolváry, lo sceneggiatore Walter Reisch e il compositore Robert Stolz, le cui melodie – come in questo caso l’intramontabile Adieu, mein kleiner Gardeoffizier – si rivelarono spesso perfino più popolari dei film stessi. 
Das Lied ist aus è il loro capolavoro, non da ultimo perché una volta tanto l’oggetto delle attenzioni romantiche di Forst regge benissimo il confronto. Liane Haid, a sua volta immensamente popolare negli anni Venti, eguaglia il virtuosismo dell’attore coniugando con naturalezza il fascino della diva con un umorismo eccentrico. Haid è Tilla Morland, cantante di fama mondiale che prima viene pregata di interpretare uno dei suoi maggiori successi e poi viene umiliata da uno spettatore che pare completamente indifferente al suo talento (Forst). Presto Tilla sviluppa un’ossessione per lo sgarbato sconosciuto e inizia così un tira e molla altamente autoriflessivo (“l’amore è come un film sonoro”), a dimostrare che “il gioco è in realtà la più seria garanzia di autenticità” (Thomas Elsaesser). Iniziata come frivola commedia conviviale, Das Lied ist aus sviluppa presto una vena più tenera e malinconica, da cui consegue l’agrodolce constatazione finale secondo cui, alla fine, non siamo tanto noi a cantare le canzoni ma le canzoni a cantare noi.                                                                                                                                                                                                                 

                                                                                                                  Lukas Foerster

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