DAS KABINETT DES DR. LARIFARI

Robert Wohlmuth

Scen.: Max Hansen, Paul Morgan, Carl Jöken. F.: Eduard Hoesch, Otto Heller. Scgf.: Heinrich Richter. Mus.: Robert Stolz, Franz Wachsmann, MaxHansen. Canzoni: Armin Robinson, Max Hansen, Robert Gilbert, Paul Nikolaus. Int.: Max Hansen (Max Hansen / Pepperl Kröninger), Paul Morgan (Paul Morgan / Sebaldus Kröninger / il marito), Carl Jöken (Carl Jöken / l’insegnante di canto), Marianne Stanior (la segretaria), Gisela Werbezirk (Hedda Mutz-Kahla), Erik Ode(Wolfgang Anglert). Prod.: Trio-Film GmbH 35mm. D.: 73’. Bn

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Max (Max Hansen), Paul (Paul Morgan) e Carl (Carl Jöken) sono squattrinati ma per niente disperati: è il 1930 e il cinema sonoro di recente invenzione è in pieno sviluppo. Davanti a una birra i tre amici decidono di diventare ricchi e fondano la società di produzione Trio-Film. Senza troppo badare a quisquilie quali sceneggiature ed etica professionale partono alla conquista del botteghino. Nel 1924 due dei treattori principali, Hansen e Morgan, erano stati membri fondatori del Kabarett der Komiker (Il cabaret dei comici), influente teatro berlinese che inventò un genere particolarissimo di commedia politica anarchica. Das Kabinett des Dr. Larifari è il tentativo più esplicito di portare sullo schermo la dirompente presenza scenica di Hansen e Morgan, e probabilmente è il film che meglio riesce a rispecchiare l’epoca d’oro del cabaret weimariano. Prendendo di mira, questa volta, non tanto la scena politica contemporanea quanto il nascente cinema sonoro, Das Kabinett des Dr. Larifari alterna parodie di vario genere – in cui il classico espressionista di Robert Wiene è solo uno dei tanti bersagli –, orecchiabili melodie scritte da Hansen, Robert Stolz e Franz Wachsmann e decostruzioni autoriflessive del suo stesso impianto narrativo. Un Hellzapoppin’ tedesco, forse, dal ritmo decisamente sincopato.

Lukas Foerster

 

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