CUOR DI POETA

P.: Società Anonima Ambrosio. l.o.: 311m. 35mm.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

La copia di questo film, giustamente restaurato dal C.N.C. – Les Archives du Film, è uno dei rari esempi sopravvissuti della delicata colorazione a pochoir messa a punto dall’Ambrosio negli anni Dieci. “Bimbi prodigio, no, ma bimbi belli, bimbi bravi, graziosi e ben istruiti. E dico bimbi bene istruiti perché il mio plauso vada all’ignoto loro maestro. Chi sa, come me, quanta paziente fatica occorra per istruire delle piccole menti nelle quali è grazia somma se vi alberga un’attitudine alla scena appena incipiente, può solo comprendere che quei pochi minuti di onesto, morale ed artistico godimento che quei bimbi ci hanno dato, è dovuto tutto alla perizia somma di chi ha saputo istruirli.
Ho visto il pubblico andarsene melanconico e sorridente; ho visto qualche mamma asciugarsi una lagrima e baciare con insolita passione la creatura che le sedeva accanto, indicandole lo schermo sul quale troppo rapidamente era apparsa e scomparsa una così soave visione.
Cuor di poeta è il primo fiore che l’arte nova offre al drammaturgo francese. Fiore modesto dal casto profumo di mammola selvatica puntato con uno spillo d’oro sull’effigie parlante del Poeta, magistralmente riprodotta. Ecco cos’è Cuor di poeta”.
(A. Berton, Il Maggese Cinematografico, Torino, n.4, 10.6.1913)
Lyda Borelli
“Andate ad assistere alle recite della Borelli. Avete ancora le orecchie intronate dalle lodi per la Borelli, dalle critiche per le audacie di eleganza della Borelli, per la grande efficacia drammatica della Borelli. Andate ad osservare la proiezione di un film della Borelli. Per una strana fortuna non cadete nel laccio che inconsciamente vi è teso. Rimanete padroni di voi stessi. Potete stabilire in voi stessi un osservatorio. Osservate. Rimanete stupito, vi pare incredibile. Poi crollate le spalle e vi ricordate che qualcuno all’affermazione: in principio era il verbo, ha sostituito l’altra: in principio era il sesso.
Intendiamoci bene. Il sesso come forza spirituale, come purezza, non come bassa manifestazione di animalità. Ebbene: bisogna studiare il caso Borelli, come un caso di sessualità. Non c’è altra via per comprenderlo, per spiegarlo e anche per liberarsene”.
(A. Gramsci, Letteratura e vita nazionale, 1917).

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