CIAO, CIAO

Adamo Vergine

16mm. D.: 6’ a 16 f/s. Bn muto

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Forse il più tipico stilema del cinema dilettantistico-familiare è quello del saluto. Infatti in ogni film-ricordo c’è sempre una persona che (…) ad un certo punto alza un braccio ed agita la mano a salutare. La cosa mi ha colpito perché ho ricevuto la sensazione che questo gesto, inconsapevole e istintivo, nascesse dall’esigenza di recuperare l’“umano” messo in crisi dalla situazione a tre che determina la cinepresa, inframettendosi tra il  familiare-attore e il familiare-regista. Infatti nessuno si sognerebbe mai di salutare una cinepresa, se per esempio fosse sola e sistemata su un treppiedi, con un autoscatto; invece, nella situazione abituale l’attore si sente guardato, ma non si vede “guardato” e questo fatto mette in crisi il suo rapporto umano per cui istintivamente saluta, quasi come nel gioco infantile del “cucù -settè”, a dire: ciao, sono qua, guardami! 

Sirio Luginbühl, Cinema Underground Oggi, Mastrogiacomo Editore Images, 1970

 

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Copia nuova dal negativo