Chushingura [katsuben Talkie]

Shozo Makino

Scen., F.: Shozo Makino. Int.: Matsunosuke Onoe, Ichinosho Kataoka, Kiraku Arashi, Kijaku Otani, Ichitaro Kataoka, Tomosaburo Otani, Yoshio Mizutani. Prod.: Nikkatsu (Yokota) 35mm. D.: 42’ a 24 f/s. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Il Chushingura, comunemente noto in Occidente come ‘Tesoro della lealtà: I quarantasette ronin’, è una delle narrazio­ni più note della storia della letteratura giapponese. Basato su un fatto storico, descrive una sanguinosa faida che ha ori­gine agli inizi del Settecento (l’era Gen­roku, nella cronologia giapponese), quan­do il maestro di cerimonie Kira fornisce al giovane signore di Ako, Asano, istruzioni volutamente sbagliate per il protocollo di corte. Umiliato, Asano sfodera la spada all’interno del castello – gesto che corri­sponde a un atto di tradimento – e aggre­disce Kira. Asano è dunque condannato al suicidio rituale e i suoi samurai rimasti senza padrone decidono di mettere in atto una complicata vendetta.
A partire da Kanadehon Chushingura, adattamento per il teatro bunraku messo in scena per la prima volta nel 1748, la storia è stata più volte raccontata e ha ispirato drammi e romanzi, nonché sce­neggiature cinematografiche e televisive: è stata portata sullo schermo da registi illustri quali Teinosuke Kinugasa, Kenji Mizoguchi, Hiroshi Inagaki e Kon Ichika­wa, mentre le trame di film come Shura (1971) di Toshio Matsumoto e Hana yori mo naho (2006) di Hirokazu Koreeda reinterpretano criticamente la narrazione canonica.
Questo film raccoglie le prime versioni cinematografiche del Chushingura, la maggior parte delle quali pare risalire al 1912. I film furono diretti da Shozo Maki­no, il cosiddetto ‘padre del cinema giap­ponese’. Makino, che morì nel 1929 dopo una carriera cinematografica ventennale, era un pioniere e un esperto del kyuge­ki (‘film della vecchia scuola’), com’era chiamato il cinema degli anni Dieci basa­to sul kabuki. Il film si avvale della recita­zione di Matsunosuke Onoe, attore kabuki destinato a diventare una stella del cine­ma giapponese, la cui collaborazione con Makino durò fino alla morte nel 1925.
Il cinema giapponese delle origini, costi­tuito quasi esclusivamente da campi lun­ghi e da inquadrature incorniciate dall’ar­co scenico, creava un’esperienza di visio­ne molto simile a quella del teatro kabuki. L’analogia era intensificata dalla presenza di un narratore dal vivo, il benshi. Appa­rentemente questa versione fu restaurata e ridistribuita alla fine degli anni Trenta con una colonna sonora pre-registrata.

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