CHARLES MORT OU VIF

Alain Tanner

int.: Charles dead or alive. Sog., Scen.: Alain Tanner. F.: Renato Berta. M.: Sylvia Bachmann. Mus.: Jacques Olivier. Int.: François Simon (Charles Dé), Marcel Robert (Paul), Marie-Claire Dufour (Adeline), André Schmidt (Pierre Dé), Maya Simon (Marianne Dé), Michèle Martel (Germaine), Walter Schochli (il detective). Prod.: Groupe 5, SSR TV. DCP. D.: 94’. Bn.

info_outline
T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Questo primo lungometraggio di finzione di Alain Tanner segna il grande risveglio del cinema svizzero. Il film è prodotto tramite il Groupe 5 fondato nel 1968 da Tanner, Goretta, Jean-Louis Roy, Michel Soutter e Jean-Jacques Lagrange. Il gruppo, come ricorda Freddy Buache (in Le cinéma suisse), “non è una società di produzione” ma “un utile strumento di collaborazione” che in questo caso ottiene dalla televisione svizzera romanda una sovvenzione per un film realizzato da ciascuno dei membri del gruppo, i quali si assumeranno poi a titolo individuale, e talvolta con un contributo federale, i restanti rischi di produzione. Charles mort ou vif può essere definito una poesia di protesta, teneramente corrosiva, malinconica fino a una certa disperazione. La sua idea centrale è di incarnarsi non in un adolescente o in un personaggio giovane ma in un uomo sulla sessantina che fa un bilancio della propria vita, si mette in di scussione senza indulgenza e decide di ripartire da zero. Lo zero in questione, com’è prevedibile, è molto difficile da raggiungere. Tanner mostra la protesta del 1968 come un’improvvisa depressione formatasi nel cuore stesso del benessere, come un’insoddisfazione che emana dalla sazietà; era logico che la sua espressione più autentica venisse dalla Svizzera. Il talento di Tanner c’è già tutto: gli episodi del film nascono con estro, con un forte senso dell’inatteso e del veritiero, come da una sorta di vuoto paragonabile alla tela bianca del pittore. Questa arte inventiva, da giocoliere, teme soprattutto la serietà, e se occorre va a cercare il vero oltre il realismo. A volte il vuoto da cui è uscito il film lo attira, lo inghiotte come un baratro, e il film esprime allora, più di ogni altra cosa, un’attrazione per il nulla; questo aspetto sarà sempre più chiaro nelle opere successive di Tanner, in particolare in Messidor. Charles mort ou vif rivelò inoltre il talento di un grandissimo attore, François Simon, degno figlio di Michel ma completamente sconosciuto oltre i confini svizzeri. Il suo stile tormentato, prezioso, patetico, buffo e sempre insolito dona al film l’indispensabile spessore concreto.

Jacques Lourcelles, Dictionnaire du cinema: les films, Laffont, Parigi 1992

 

Il mio reportage sul maggio ’68 fu l’ultimo prima della lavorazione di Charles. Inevitabilmente, ci sono stati dei riferimenti immediati, un’eco molto profonda nella sceneggiatura che stavo scrivendo. Un soggetto molto semplice all’inizio: un uomo che cambia pelle… e poi, ecco che, d’un tratto, un paese cerca, anche lui, di cambiare pelle! Mi sono reso conto – alla fin fine – che il maggio ’68 era più un avvenimento teatrale che un avvenimento politico. Un gigantesco happening nella strada. Una parte di popolazione recitava la rivoluzione, forse la prova generale. Ho fatto il film molto spontaneamente ed è arrivato al momento giusto.

Alain Tanner in Michel Boujut, L’Objectivité empêche le pari sur l’avenir, “Jeune Cinéma”, n. 60, gennaio 1972. trad. it. in Piera Detassis, Alain Tanner, La Nuova Italia, Firenze 1986

Copia proveniente da

per concessione di Association Alain Tanner. Restaurato in 4K nel 2020 da Cinémathèque suisse con il sostegno di Memoriav presso il laboratorio L’Immagine Ritrovata, a partire dall’originale in 16mm. Color correction supervisionata da Renato Berta