CHAHAR RAH-E HAVADES

Samuel Khachikian

T. alt.: Crossroad of Incidents. Scen., M.: Samuel Khachikian. F.: Vahak Vartanian, George Listchinsky. Scgf.: Hayro Nazloomian. Int.: Nasser Malek Moti’e (Farid), Arman (Salim), Vida Ghahremani, Maureen, Mansour Sepehrnia, Vigen, Ali Zandi. Prod.: Diana Film Studio. 35mm. D.: 112’.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Tratta da un’opera teatrale di Khachikian e sviluppata insieme all’influente produttore Sanasar Khachaturian, la storia del ‘bravo ragazzo’ (interpretato dalla futura superstar del cinema iraniano, Malek Moti’e) che entra in una gang di criminali per soddisfare i desideri della ragazza dei suoi sogni è lungi dall’essere originale. Ma Khachikian infarcisce il film di dettagli e di innovazioni puntando a una modalità di narrazione totalmente visiva. Seppur parzialmente penalizzato da dialoghi mediocri, scene melodrammatiche e soluzioni tecniche obsolete, il film fu un successo e impose Khachikian quale maestro del thriller.
Dopo due esperienze cinematografiche infelici, a proposito delle quali Khachikian disse di essere caduto “nella trappola del filmfarsi” (il cinema commerciale dell’epoca), questo terzo film, benché diseguale, non manca di fascino. Khachikian oscilla tra sequenze magistrali, come quella di una rapina in una gioielleria, e scene piuttosto irrilevanti (la linea di montaggio del mobilificio apparteneva a uno dei finanziatori del film). Ma anche quando si trova a dover rispondere a necessità contingenti, Khachikian ha il dono di trasformare la quotidianità in cinema.
Uscito nel marzo del 1955, Chahar Rah riflette molti dei tratti principali del cinema iraniano degli anni Cinquanta, in cui aspetti legati all’appartenenza di classe e al successo si intrecciano a elementi di casualità e destino. Khachikian si spinge però oltre, grazie alla ricerca appassionata di un’idea di regia. Chiaramente affascinato dalle possibilità del montaggio ritmico e degli angoli di ripresa espressionistici, il cineasta offre un ritratto singolare della moderna Teheran. Gli abitanti della città non si sono ancora del tutto abituati a questo mondo nuovo, ed è qui che emerge la critica sociale espressa nel film.
Chahar Rah vinse il premio per il miglior film al Golrizan, primo festival cinematografico iraniano. Non tutti lo accolsero però con entusiasmo. La coprotagonista Vida Ghahremani raccontò alla BBC che la scena del bacio – il primo del cinema iraniano – le costò diverse amicizie perché il suo gesto coraggioso fu considerato immorale.

Ehsan Khoshbakht

 

Intervista a Eshan Khoshbakht curatore della rassegna

Copia proveniente da

Copia stampata nel 2017 a partire dal negativo originale