CAPRICCIO ALL’ITALIANA (episodio Che cosa sono le nuvole?)

Pier Paolo Pasolini

T. int.: Caprice Italian Style. Sog., Scen.: Pier Paolo Pasolini. F.: Tonino Delli Colli. M.: Nino Baragli. Scgf.: Jurgen Henze. Mus.: Domenico Modugno, Pier Paolo Pasolini. Int.: Totò (Iago), Ninetto Davoli (Otello), Franco Franchi (Cassio), Ciccio Ingrassia (Roderigo), Laura Betti (Desdemona), Adriana Asti (Bianca), Carlo Pisacane (Brabanzio) Domenico Modugno (lo spazzino). Prod.: Dino De Laurentiis Cinematografica. 35mm. D.: 20’. Col.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

La seconda parte dell’opera cinematografica di Pasolini, iniziata con Edipo Re e con Teorema, si fa vieppiù filosofica e attratta dal negativo. Mentre scrive saggi e interventi sulla realtà italiana degli anni Settanta sempre più incisivi, i suoi film, e le sue poesie, sembrano perdere di vitalità e di proposta, sono opere di ripiegamento – e delle forzature vitalistiche della ‘trilogia della vita’ fu lui il primo a rendersi conto e Capriccio all’italiana 271 a pentirsi. Fanno eccezione i ‘corti’ e in particolare i due episodi La Terra vista dalla Luna e soprattutto Che cosa sono le nuvole?, che mette di nuovo insieme Totò e Ninetto Davoli e vi aggiunge Franchi e Ingrassia, Laura Betti e Domenico Modugno, pescando in una tradizione di spettacolo popolare alta (Shakespeare) e bassa (l’opera dei pupi, i comici di strada e di avanspettacolo, la canzone): un divertimento semplice e superbo, di straziante poesia e di radicale intensità di pensiero. Uomini e marionette, bene e male sovrapposti e confusi, e con la domanda sulle nuvole l’inquietudine prima: chi siamo? da dove veniamo? Il finale evoca una famosa scena di Los olvidados, un incontro non contraddittorio.

Goffredo Fofi

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