CAMICIA NERA
R., S. e Sc.: Giovacchino Forzano. F.: Mario Albertelli, Granata, Mario Craveri, Giulio Rufini, Alfredo Lenci, Mario Bava. M.: Gian Luca Tocchi. Scgf.: Antonio Valente In.: Enrico Marroni, Camillo Pilotto, Febo Mari, Carlo Ninchi e interpreti non professionisti. P.: Istituto Nazionale Luce. D.:90. 35mm.
Scheda Film
Il rapporto Forzano-Mussolini, è ancora in gran parte da studiare. Un lavoro attento ed approfondito è stato avviato da Patrizia Minghetti, che, sulla base della documentazione reperita all’Archivio di Stato, ne ha tracciato un primo quadro sul volume Il cinema dei dittatori, pubblicato dalla Grafis in occasione de Il Cinema Ritrovato:
Forzano si perita, ogni volta che intende intraprendere un nuovo lavoro teatrale o cinematografico, di chiedere il parere di Mussolini. Se pertanto non Possiamo accertare l’intervento diretto di Mussolini per ogni opera di Forzano, è comunque documentato, per lo meno riguardo alle iniziative citate nei vari carteggi, che i lavori del regista toscano furono licenziati con il benestare del Capo. Mussolini aveva trovato in Forzano un fedele esecutore delle proprie direttive; per Forzano ne derivavano ragioni di prestigio e privilegio. […] Mussolini proclama che occorre “andare decisamente verso il popolo” nel 1931 (Mussolini 0.0., XXV, p.50, Al popolo napoletano, 25.10.31, in P.V.Cannistraro, La fabbrica del consenso. Fascismo e Mass media, Bari, Laterza, 1975), un anno prima del Decennale, scadenza che il regime si appresta a celebrare solennemente. Anche con un film. L’Istituto Luce bandisce un concorso “per la migliore sceneggiatura originale, che commemorasse il decimo anniversario della marcia su Roma”, un salto di qualità rispetto alla produzione di documentari e cinegiornali attuata dal Luce fino a quel momento. Nonostante il numero elevato di copioni pervenuti alla commissione del concorso, nessuno fu ritenuto conforme alle richieste e pertanto il concorso fu dichiarato nullo. La realizzazione della sceneggiatura e della regia furono affidate – non senza polemiche – a Forzano. Una scelta che dal confronto di vari documenti appare non del tutto casuale. Le vicende attorno a questo film, che per gli alti costi e il prolungarsi dei tempi di realizzazione portarono anche ad un rimpasto dei vertici del Luce, sono ricostruite, ovviamente secondo un’ottica di parte, nella lunga lettera, suddivisa in dieci punti, che Forzano scrive a Mussolini il 6 aprile del 1933, pochi giorni dopo la proiezione ufficiale. Il caso Camicia Nera era già scoppiato e chiaro è il tentativo di Forzano di scagionarsi dalle critiche che stavano piovendo sul suo conto. L’importanza della lettera è data inoltre dalla inequivocabile conferma dell’intervento diretto di Mussolini, durante la stesura del copione e nella realizzazione del film, lasciando ben capire perché il progetto fu affidato a Forzano e non ad altri. Ne riportiamo i passaggi più significativi. Scrive Forzano al punto cinque della lettera: “Così che non sospettando nemmeno lontanamente di capitare nella baraonda rilevata, mi disposi a lavorare con la Luce certo di avere una collaborazione amministrativa onestissima e leale. E il mio lavoro è stato il seguente: dal maggio a tutto luglio lavorai alla compilazione del copione. La ricerca e lo studio delle raccolte dei giornali, dei discorsi, documenti ed altro furono lunghi e pazienti. A fine luglio i tre tempi del copione erano ultimati ed erano stati in massima parte approvati e corretti dall’E.V. Nel III tempo mancavano i particolari della inaugurazione di Littoria che indovinare non si poteva. Il mese di agosto, tranne tre giorni che rimasi a Viareggio per il premio letterario, fu da me occupato nella ricerca degli attori, delle località in Maremma, in prove e provini. Intanto la Luce finiva di adattare il teatro della Farnesina che fu quasi pronto verso la fine di agosto. Il 29 agosto la compagnia fu pronta, girai qualche scena tra il 28 e il 31 agosto per abituare quei contadini a non far bruciare la loro naturalezza dalle lampade elettriche e il 1º settembre si può dire iniziasse la lavorazione”. Il soggetto, sulla bonifica delle Paludi Pontine, diviene una epopea propagandistica delle vicende italiane dal 1914 al 1932, anno che culmina con la “restituzione al popolo” delle terre bonificate e con l’inaugurazione di Littoria, avvenuta con una cerimonia organizzata e costruita appositamente per Camicia Nera. In un paio di lettere inviate da Forzano ad Alessandro Chiavolini apprendiamo del lavoro in corso d’opera. Il 6 maggio 1932 scrive tra l’altro: “Sono qui da una decina di giorni e rivivo gli anni fantastici dal ’14 al ’22. E non apro nemmeno la posta. E discuto con i contadini. Questa film, se riesce, può essere un grande successo. Le difficoltà sono enormi, ma mette conto di provarsi; certo è il lavoro più difficile che abbia mai intrapreso, speriamo bene; concludo: verso giovedì, se il Padre Etemo sarà benevolo, conto aver finito la prima parte, circa 50 minuti di film, dal ’14 al ’22. Prima di cominciare la IIª parte (’22-’32), vorrei sapere l’impressione del Capo che, dopo questi studi, mi pare, se fosse possibile, di ammirare e di amare anche di più; se l’impressione sarà buona continuerò fino alla fine. Specie per certi particolari della seconda parte, radunerò, come Egli disse, l’orchestra; se no, mi riproverò; ma debbo riuscire a qualunque costo. Sarà possibile ottenere una udienza in qualunque giorno dopo giovedi”. Nel film l’epopea storica è scanditi in tre tempi: 1914-18 “Nelle paludi pontine”, “le delusioni del dopoguerra” con l’avvento del fascismo ed infine “la ricostruzione” fino al 1932: non è da escludere pertanto che durante la stesura della sceneggiatura vi siano stati “suggerimenti” sulla necessità di ampliare il soggetto. In una lettera successiva Forzano scrive ancora al segretario particolare: “Caro Chiavolini, nessuno mi sa dire quando, dove, come nacque la camicia nera. Eppure una volta deve essere pure apparsa per la prima volta, Vuoi chiederlo a Sua Eccellenza? la preparazione del film marcia; la mattina alle 5 mi metto a girare in palude per trovare gli attori. Voglio far tutto senza attori di mestiere. Ho delle sorprese insperate; gente trovata per la strada sullo schermo ti dà impressioni di naturalezza e verità sorprendenti. Ti prego di far vedere al Capo queste fotografie”. […] Poi prosegue al punto sette: la lavorazione del film con gli attori e le masse, che fu intensa e febbrile dal 1º settembre a metà novembre, divenne, nei riguardi degli altri, meno intensa dalla seconda metà di novembre alla fine di dicembre e ne dico la ragione: è ovvio che quando si fa un film il direttore prima gira tutte le scene del copione, poi licenzia tutti gli attori e gli operai e attende al montaggio del film, montaggio che, a seconda dell’importanza del soggetto, può durare un paio di mesi, sì che durante il “montaggio” nessuna spesa di attori, operaie teatro grava sul bilancio del film stesso. Io per Camicia Nera non potevo azzardarmi a far così. Data la delicatezza del soggetto non potevo finir di girare tutte le scene, licenziare tutti, mettermi a montare il film e dopo due mesi, quando più nulla esisteva della sia pur sommaria organizzazione fatta una volta tanto dalla Luce, mostrare il film all’Eccellenza Vostra; perché se, Dio ne guardi, fossero state necessarie modificazioni importanti oppure rifacimenti radicali, pensi a quale pericolo avrei esposto l’Istituto Luce: dovere richiamare la gente e sottostare alle pretese che gli attori avrebbero avanzato; perché quei bravi maremmani furono presto ammaestrati da qualche cittadino e anche durante la lavorazione vi furono tentativi di fughe a scopo di aumento di stipendi; tanto che, per dare un esempio e tagliar corto, un giorno pregai S.E. Bocchini di farmi prendere un fuggiasco dalla Pubblica Sicurezza”.
Fuori tempo massimo per la ricorrenza del Decennale – 28 ottobre – Camicia Nera fu pronto per un altra data celebrativa, il 23 marzo, anniversario dell’assemblea costitutiva dei fasci a Milano. In quel giorno il film fu proiettato in tutti i capoluoghi di provincia e nelle principali capitali europee e Forzano richiese che la sua iscrizione al PNF recasse la data del giorno successivo a quella proiezione ufficiale.