Berg-ejvind Och Hans Hustru

Victor Sjöström

T. it .: I proscritti. T. int.: The Outlaw and His Wife. Sog.: dalla pièce Bjærg-Ejvind og hans Hustru di Jóhann Sigurjónsson. Scen.: Victor Sjöström, Sam Ask. F.: Julius Jaenzon. Int.: Victor Sjöström, Edith Erastoff, John Ekman, Nils Arehn. Prod.: AB Svenska Biografteatern. 35mm. L .: 2253 m. D.: 109′ a 18 f/s. Col (Desmetcolor).

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Le precedenti copie di questo film derivavano da un restauro effettuato nel 1981, quando da due diverse copie nitrato poi andate perdute era stato stampato un controtipo negativo in formato Academy. Nel 2010 abbiamo ottenuto dalla Cinémathèque Royale/Koninklijk Filmarchief una copia nitrato incompleta, imbibita e con didascalie francesi. Dalla copia belga è stato tratto un nuovo controtipo bianco e nero a mascherino intero al quale sono state aggiunte parti tratte da due copie non infiammabili (una delle quali stampata da un controtipo negativo nitrato a mascherino intero oggi perduto). Il nuovo negativo di conservazione comprende anche una serie più completa di didascalie ricreata da cartelli originali conservati nella biblioteca dello Svenska Filminstitutet di Stoccolma. Il restauro si è concluso nel 2013 con la stampa di copie a colori dal nuovo negativo. Le colorazioni sono state ricreate con il metodo Desmet usando come riferimento quelli della copia nitrato belga.
I
proscritti fu il primo film di Victor Sjöström dopo il successo di Terje Vigen (1917), che segnò l’inizio della cosiddetta Età dell’oro del cinema muto svedese. I proscritti, adattamento di un’opera teatrale dello scrittore islandese Jóhann Sigurjónsson, con il film precedente condivide le modalità di produzione che contraddistingueranno anche in futuro lo studio AB Svenska Biografteatern (e la sua successiva incarnazione, l’AB Svensk Filmindustri): è un film ad alto budget tratto da una famosa fonte letteraria e girato in esterni a illustrare l’interazione tra l’Uomo e la Natura. Lo studio intendeva girare in Islanda, dove la storia è ambientata, ma la guerra avrebbe reso rischioso un viaggio in Atlantico: le riprese furono così effettuate nella Lapponia svedese, da marzo a settembre 1917.
Questa storia di un uomo in fuga dal proprio passato e costretto a rifugiarsi sulle montagne con la donna amata, capolavoro di Sjöström e classico del cinema svedese, mostra come siano la povertà e l’indifferenza e non una qualità intrinseca del bene o del male a fare di un uomo un fuorilegge. Berg-Ejvind och hans hustru è anche una delle storie d’amore più struggenti mai mostrate sullo schermo. I due protagonisti decidono di sacrificare tutto pur di stare insieme, e neanche il sorprendente dialogo nell’ultimo rullo, quando la fame e la disperazione li mettono l’uno contro l’altra, riesce a separarli.
Il film è giustamente celebre per gli scenari spettacolari: Sjöström e il direttore della fotografia Julius Jaenzon sfruttano l’elemento drammatico del paesaggio montano che circonda gli amanti in fuga, non solo mettendo insieme una serie di pezzi forti (Sjöström che oscilla nel vuoto appeso a una corda è un cliffhanger nel vero senso della parola), ma anche mostrando come la minaccia della società si rispecchi nei pericoli della natura. L’umanesimo di Sjöström si esprime inoltre nella compassione con cui descrive la solitudine, la disperazione e il desiderio dell’altro fuorilegge innamoratosi della compagna del protagonista, Halla (interpretata dalla vera moglie di Sjöström, Edith Erastoff).
Oltre a ricreare i colori presenti in almeno una copia d’epoca, il nuovo restauro rende maggiormente giustizia al film rispetto alle versioni precedenti rispettandone il formato full-frame originale. È così possibile ammirare nuovamente le accurate composizioni di Sjöström e Jaenzon, e si è rimediato all’infelice taglio del bordo superiore dell’inquadratura, che talvolta rendeva i personaggi visibili solo dalla vita in giù.

Jon Wengström

Restaurato nel 2013 da Fondazione Cineteca di Bologna presso il laboratorio L'Immagine Ritrovata in collaborazione con Lobster Films e Film Preservation Associates.
Restauro sostenuto da Alexander Payne