ANIKI-BÓBÓ
Sc.: Manoel de Oliveira da Ragazzi miliardari di Rodrigues de Freitas. F.: Aquilino Mendes. In.: Horacio Silva, Antonio Santos, Fernanda Matos, Nascimento Fernandes, Vital dos Santos, Manuel de Acevedo, Antonio Morais Soares, Feliciano David, Armando Pedro, Antonio Palma. P.: Antonio Lopes Ribeiro. 35mm. L.: 1941m. D.: 71’ a 24 f/s. Bn
Scheda Film
Solo nel 1942, undici anni dopo l’uscita di Douro, Oliveira riuscì a girare il suo primo lungometraggio, prodotto da Antonio Lopes Ribeiro (1908 – 1995), il più prolifico ed impegnato regista dell’“Estado Novo” di Salazar, che durante la guerra aveva tentato di imprimere nuovo slancio al cinema portoghese. Per il suo film Oliveira scelse un racconto di Rodrigues de Freitas pubblicato sulla rivista “Presença”, in quel periodo la rivista letteraria più influente del Portogallo. Si trattava di un bel testo raccolto ed intimista, sui bambini dei quartieri poveri di Oporto, bambini poveri ma ricchi di immaginazione. Da qui il titolo, Bambini miliardari. Oliveira rimaneggiò sostanzialmente il testo (in cui non compariva la figura della ragazzina) e scelse lo strano titolo Aniki Bóbó preso da una cantilena che i bambini del film gli avevano insegnato. Il film è quasi tutto girato in ambienti naturali e i bambini, che non avevano mai fatto cinema, provengono dai lidi del Douro, il fiume che attraversa Oporto. Solo le parti degli adulti sono interpretate da attori di teatro piuttosto conosciuti. Queste caratteristiche esteriori hanno conferito al film (quando fu conosciuto in Europa, negli anni Cinquanta) la reputazione di un’opera molto vicina al neorealismo italiano, soprattutto a Sciuscià di De Sica, realizzato solo più tardi. Oliveira stesso sottolineò l’anteriorità del suo film, richiamando l’attenzione sul fatto che Ossessione di Visconti era stato girato un anno dopo Aniki Bóbó. E ha sempre rimpianto che il film non fosse pronto per una prima (d’altra parte non prevista) al Festival di Venezia del 1942, che avrebbe permesso di comprenderne meglio la portata. Eppure, a parte le caratteristiche esteriori (riprese in esterni, attori non professionisti) non sono molte le somiglianze tra Aniki Bóbó ed il neorealismo italiano.
João Bénard Da Costa