A WOMAN OF AFFAIRS

Clarence Brown

R.: Clarence Brown. S. e Sc.: Bess Meredyth, dal romanzo e dal lavoro teatrale The Green Hat di Michael Arlen. F.: William Daniels. M.: Hugh Wynn. Scgf.: Cedric Gibbons. Didascalie: Marian Ainslee, Ruth Cummings. In.: Greta Garbo (Diana Merrik), John Gilbert (Neville Holderness), Lewis Stone (Hugh Trevelyan), John Mack Brown (David Furness), Douglas Fairbanks jr. (Geoffrey Merrik), Hobart Bosworth (Sir Montague Holderness), Dorothy Sebastian (Constance). P.: Metro-Goldwyn-Mayer. L.: 2486m. D.: 96’.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Robert Israel ha ricostruito le composizioni per i films di alcuni grandi dello schermo eseguendole presso l’Academy of Motion Picture Arts & Sciences e nella programmazione Last Remaining Seats del Los Angeles Conservancy. Residente a Los Angeles, partecipa regolarmente ai festival cinematografici che si svolgono presso il Bing Theatre del Los Angeles County Museum e alla Melnitz Hall della UCLA. Oltre ai concerti, Israel e la sua orchestra hanno realizzato registrazioni degli accompagnamenti musicali di film distribuiti da Sony Pictures Entertainment, Turner Entertainment e Kino International, con la collaborazione della Film Preservation and Associates. Robert Israel si è esibito negli Stati Uniti e in Europa, in particolare in festival cinematografici organizzati in Italia, Germania e Francia.

“Talleyrand, al termine di una delle più felici carriere che il mondo abbia mai visto, esclamò: ‘Peut-être eût-il mieux valu souffrir’. Greta Garbo, all’apice del successo, avrebbe confessato ad un amico svedese: ‘Mi domando se non ho mancato la mia vita’. La frase risale a pochi mesi or sono. Fino a nuovo ordine, la maschera biografica di questa donna che, in tutti i suoi film ha impersonato l’arduo fallimento di un destino, dovrà coincidere col ruolo abituale dell’attrice ed essere quella dell’infelicità. Come, fino a qualche tempo fa, era stata quella del mistero, dell’esistenza segreta che elude ogni indiscrezione. Con una donna come la Garbo, c’è sempre il pericolo di cadere nella letteratura. Ma c’è almeno un’altra frase che vien voglia di assestarle: quella famosa che la sorella Ismene rivolge ad Antigone: ‘Tu porti nel gelo un’anima di fuoco’. Greta è un’Antigone moderna, che mescola il fuoco ed il gelo.

La sua vita? Tre frasi: ‘Sono nata in una casa. Sono cresciuta come crescono tutti. Non mi piaceva andare a scuola’.

Giacomo Debenedetti, L’ardua vita di Greta Garbo, Cinema, n. 8, 25. 10. 1936

La partitura

“Per quanto concerne le musiche di accompagnamento ai primi film MGM di Greta Garbo, tra cui The Torrent, The Temptress, Flesh and the Devil e Love, non vennero composte vere e proprie partiture complete da parte della produzione, quanto piuttosto liste di suggerimenti o spunti musicali da parte di compagnie indipendenti o dei direttori musicali dei cinema dell’epoca. Il problema di queste pubblicazioni è che esse erano pensate per aiutare i musicisti dei locali minori (che non avevano una competenza musicale specifica) nel realizzare accompagnamenti adeguati ai film, ma non contengono suggerimenti importanti sulle effettive modalità di interpretazione delle composizioni. Inoltre le selezioni citate in tali pubblicazioni (a seconda del compilatore) risultano molto spesso deboli per quanto riguarda la scelta della musiche suggerite. Le liste di spunti musicali non erano in alcun modo considerate vere e proprie partiture ma semplici indicazioni di base che si prestavano ad essere facilmente migliorate nel corso dell’accompagnamento del film; le selezioni musicali vi erano indicate con il titolo e l’autore della composizione, a cui seguiva la battuta d’entrata in cui la musica doveva cominciare, con indicazioni assai approssimative riguardo al tempo di esecuzione. Altri film di Greta Garbo, tra cui A Woman of Affairs, The Mysterious Lady e Wild Orchids, ebbero invece accompagnamenti musicali composti e registrati per i locali dotati di impianto sonoro.

Nel caso di A Woman of Affairs, è stata ritrovata negli archivi Turner la partitura per pianoforte di William Axt, ed è questo ‘originale’ che verrà presentato insieme all’orchestra. Per questa produzione, che costituisce un buon esempio di lavoro accurato, con grande attenzione per i dettagli musicali, sono stati selezionati con cura alcuni temi, a partire dai quali sono state poi composte delle variazioni su musiche originali. Stilisticamente, essa presenta i canoni tipici delle produzioni musicali degli studi alla fine degli anni Venti. Poiché essa fu composta per essere poi registrata, ma non abbiamo documenti che ne attestino la reale pubblicazione e circolazione in accompagnamento al film, si può affermare con una certa sicurezza che questa sarà la sua prima esecuzione pubblica dall’epoca di distribuzione del film, nel 1928”.

Robert Israel

Il film

La Garbo disse al critico del New York Times, Mordaunt Hall, che quello in A Woman of Affairs fu il suo ruolo preferito durante il muto. La critica aveva sottolineato la sua performance in una scena particolare, una delle scene più memorabili dell’intero cinema muto. Alexander Walker, nel suo libro Garbo (Wiedenfeld & Nicholson, 1982), scrive: “a rendere questo film straordinario basta la sequenza allucinatoria dell’ospedale, quando la Garbo viene visitata da John Gilbert. Improvvisamente Garbo appare sulla soglia e avanza attraverso il bouquet di fiori che lui le ha comprato, vedendo soltanto i fiori, mentre tutto il resto è sfocato. Quindi solleva i fiori e se li stringe al petto come fossero il corpo di un amante, vi affonda il viso aspirando con forza, e infine riporta il bouquet nella stanza, tenendolo appoggiato alla guancia come fosse un bimbo appena nato. Si tratta di uno degli effetti di trasformazione più efficaci del repertorio della Garbo”.

A Woman of Affairs venne tratto dal libro di Michael Arlen, The Green Hat. Il libro venne pubblicato a Londra e New York nel 1924 e, grazie al suo soggetto scabroso, divenne un successo internazionale. La lettrice della MGM, Nina Lewton, riferì che il libro era sordido e sporco e del tutto inadatto allo schermo. La MGM lo acquistò per 50.000 dollari. L’eroina del libro venne definita una ninfomane. Fu uno dei libri che l’ufficio di controllo di Hays mise al bando.

Irving Thalberg disse che il problema del film era nella parola sifilide, tuttavia era anche segretamente convinto che, se la parola fosse stata cambiata, il film avrebbe incassato molto meno.

Benché la MGM non avesse una reputazione immacolata presso i censori, The Green Hat venne approvato, sia pur col vincolo di condizioni significative. Thalberg venne obbligato a cambiare ben più di una parola. Il titolo venne cambiato in A Woman of Affairs. Il titolo originale non potè neppure essere citato nei credits. Tutti i nomi dei personaggi vennero cambiati. Iris March divenne Diana Furness. Nel racconto, Iris diceva al marito che lei moriva per “purezza”. Hays, il quale visse per la purezza, trovò la frase troppo pittoresca, così nel film lei muore “per decenza”. L’ adattamento cinematografico fu un successo. Photoplay Magazine scrisse: “Nonostante il cambiamento del titolo, nonostante la censura di Hays, nonostante tutti i personaggi abbiano cambiato nome, è ancora The Green Hat di Michael Arlen”.

 

Copia proveniente da

Partitura originale di William Axt (1929). Ricostruita e diretta da Robert Israel, Orchestra Regionale dell’Emilia-Romagna, Arturo Toscanini