“Il cinema per me è la vita, e viceversa”

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Sono nato nel cinema. I miei genitori ci lavoravano. La mia vita, le mie letture, tutto quello che mi riguarda ha un rapporto con il cinema. Il cinema è per me la vita, e viceversa”.
Sergio Leone

 

Un vero e proprio ingresso ufficiale di Sergio Leone nell’universo cinema non c’è mai stato, questo perché il mondo del cinema fu l’ambiente in cui nacque e crebbe, in cui si formò.

Figlio di Vincenzo Leone, attore teatrale e poi regista all’epoca del muto, noto con lo pseudonimo di Roberto Roberti, e di Bice Valerian, attrice, Sergio ha vissuto la propria infanzia e adolescenza a Trastevere, alle falde di Monteverde. In quegli anni, come tanti suoi coetanei, sognava l’America, gli immensi spazi che vedeva nei film d’Oltreoceano. I giochi che riempivano i suoi pomeriggi insieme agli altri ragazzi del quartiere consistevano spesso nell’impersonare questo o quell’eroe dei film americani.

Tra i primi film che vide ci furono Ombre rosse, Gli angeli con la faccia sporca, Tempi moderni.
La cultura americana negli anni della sua giovinezza rappresentava in effetti un sogno di libertà e modernità.
Prima ancora di divenire protagonista della cultura popolare, leone ne era stato figlio. Da bambino aveva iniziato ad assistere agli spettacoli di teatro di marionette che avevano luogo al Gianicolo, amava le serie a fumetti importate dall’America: Kit Carson (il primo personaggio western italiano), L’uomo mascherato, Flash Gordon, Mandrake, furono tutte figure che in quegli anni gli aprirono le porte a mondi fantastici popolati da eroi infallibili.

Il suo modo di vedere le cose, “ingenuo e un po’ infantile”, come recita la targa appesa oggi sopra il portone della sua casa in viale Glorioso, derivava in effetti da quel tipo di cultura e trovò espressione nel suo cinema.
E al cinema, approdò giovanissimo facendo il suo esordio come assistente volontario e comparsa, fra l’altro, in Ladri di biciclette (1948) di Vittorio De Sica. Dopo aver fatto l’aiuto regia del Ben Hur (1959) di William Wyler arrivò alla sua prima regia con il film epico-mitologico Il colosso di Rodi (1961) e con il film successivo, Per un pugno di dollari (1964) si impose all’attenzione internazionale.

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Nella gallery, alcuni degli allestimenti alla mostra romana C’era una volta Sergio Leone.

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