26/06/2018

In sala Mastroianni, Venezia protagonista della sezione ‘Ritrovati e Restaurati’

Domenica 24 giugno, nella Sala Mastroianni del Cinema Lumière, la co-direttrice del Cinema Ritrovato Mariann Lewinsky ha invitato la curatrice Cristina Da Roit a presentare una delle perle della sezione Ritrovati e Restaurati: Vita a Venezia: Turisti, Artisti e Home Movies 1898-1962. Si tratta di una raccolta di film mai visti, realizzati agli albori del cinema con l’intento di catturare memorie di viaggio, ricordi familiari o sperimentazioni amatoriali. Al centro della rassegna è Venezia.

All’appuntamento sono stati presentati elementi filmati dal British Mutoscope di William Kennedy Laurie Dickson, figura di spicco per l’invenzione e sviluppo del cinema che, uscito dall’ombra di Edison nel 1895, girò l’Europa intera per i suoi progetti di ripresa.

Lo spettatore di oggi può guardare con tenerezza il volto sorridente e pose di rito in Piazza San Marco dell’attrice svizzera Hedda Vernon, ripresa dopo la fine della sua attività nel 1925, rarità appartenente ad un periodo della sua vita di cui si sapeva poco o nulla.

Particolarmente significativa per il restauro del laboratorio L’Immagine Ritrovata è la presentazione di 10 frammenti di un ricco veneziano di fine ‘800, Giancarlo Stucky, il quale acquistò il primo cinematografo amatoriale all’esposizione universale di Parigi e lo utilizzò per filmare i giochi e la vita di tutti i giorni di amici e parenti nella Venezia dell’epoca, battendo così sul tempo il cinema documentario dei decenni a venire.

Ma è la rassegna sull’immensa figura artistica dello spagnolo Mariano Fortuny a dominare l’appuntamento. Cristina Da Roit, curatrice della rassegna insieme a Antonio Bigini e autrice della monografia “Mariano Fortuny un Espagnol à Venise”, ha raccontato al folto pubblico presente in sala l’eclettica personalità dell’artista. Inventore della moderna luministica scenica, pittore, scenografo, designer nonché artigiano, Fortuny si serviva delle prime cineprese per realizzare appunti visivi, una sorta di diario visuale della sua vita veneziana. Come Da Roit ha sottolineato, “la ripresa cinematografica è uno strumento per la riproduzione del quotidiano”; i frammenti di Fortuny infatti non erano stati pensati per la proiezione pubblica, si tratta piuttosto di “appunti visivi”: lui stesso utilizzava la cinepresa sia per le foto che per i filmati, realizzando così pellicole che affastellano degli scatti-ricordi.

L’intera rassegna muta è stata dolcemente accompagnata al piano da Gabriel Thibaudeau, pianista, compositore e direttore d’orchestra canadese, già autore di colonne sonore per il cinema muto.

A chiudere la rassegna infine è stato lo splendido cortometraggio sperimentale “Venedig” (1962) di Kurt Steinwendner. Autore cinematografico e artista visivo degli anni Sessanta, il suo film è un poema visivo psichedelico che ci mostra la Serenissima solo riflessa nelle acque dei suoi canali: architetture, persone e colori si mescolano al ritmo pulsante delle vibrazioni della superficie.

Margherita Fontana e Roberto Giani

Nella gallery alcune foto dell’evento