SHOULDER ARMS

Charles Chaplin

Scen.: Charles Chaplin. F.: Roland Toteroth. Scgf.: Charles D. Hall. Int.: Charles Chaplin (la recluta), Edna Purviance (la ragazza francese), Sydney Chaplin (il sergente/Kaiser), Jack Wilson (il principe tedesco), Henry Bergman (il sergente grasso/maresciallo Hindenburg), Albert Austin (il soldato americano/soldato tedesco/autista del Kaiser), Tom Wilson (il sergente istruttore), John Rand, Park Jones (soldati americani), Loyal Underwood (un tedesco). Prod.: Charles Chaplin per Chaplin-First National 35mm. L.: 829 m. D.: 41′ a 18 f/s. Bn e col.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

All’inizio di Shoulder Arms: con una carrellata in avanti seguiamo Charlot che avanza nel varco della trincea, incurante delle esplosioni. La macchina da presa lo accompagna fino in fondo, poi una carrellata all’indietro lo riporta verso gli spettatori, quasi come se camminasse lungo il corridoio del cinema, tra le poltrone. Sembra un invito a seguirlo fino al campo addestramento reclute, con la tacita promessa che riuscirà a farci ridere di gusto, anche se l’argomento è il meno comico di tutti: la guerra. Tecnicamente parlando, Shoulder Arms è uno dei film più complessi realizzati da Chaplin fino ad allora: sdoppiamenti narrativi e split screen, set curati e realistici, movimenti di macchina sofisticati e una magnifica mise-en-scène. È ricco di situazioni comiche che scoppiano frequenti come le granate, alcune memorabili, come la scena in cui si camuffa da albero (non si tratta proprio di camouflage – dirà Bazin – sembra piuttosto “uno di quei piccoli insetti indiani che assumono le sembianze di una foglia” o che fingono di essere morti, e l’unica differenza tra loro e Charlie sta nella “velocità con cui riemerge dalla sua condizione di dissoluzione spaziale, e ritorna al mondo, perennemente pronto all’azione”).
Shoulder Arms è solo il primo di molti film che Chaplin realizzò contro il parere di amici e colleghi: “È molto pericoloso, in questo momento, prendere in giro gli orrori della guerra”, lo mise in guardia DeMille. Lui andò avanti lo stesso, inizialmente concependo il film come il suo primo lungometraggio e girando molti metri di pellicola (poi tagliati e ridotti a tre rulli) in cui si vede Charlot, uomo di famiglia, prima di arruolarsi. Shoulder Arms fu uno dei maggiori successi commerciali di Chaplin e fu a lungo utilizzato da pubblico e critica come metro di paragone per giudicare i suoi film successivi. Ma non è tutto. Il film uscì in sala al momento giusto e riuscì a far ridere la gente dell’idiozia della guerra, entrando così a far parte, in maniera determinante, dell’esperienza del conflitto mondiale. “Come hai fatto a catturare tredici soldati tedeschi tutto da solo?” – chiede a Charlot il suo superiore – “Li ho circondati”.

Cecilia Cenciarelli

Copia proveniente da

Restaurato nel 2018 da Cinémathèque suisse e Národní filmový archiv con il sostegno di Memoriav e Národní filmový archiv, presso i laboratori Bonton A.S. e Lýsa nad Labem. Imbibizioni e viraggi a cura di Jan Ledecký. Un ringraziamento speciale a Kate Guyonvarch e alla famiglia Chaplin per aver permesso questa proiezione